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Politica

Congresso Pd: la Bolognina non 'svolta', nei circoli vince Gianni Cuperlo

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Prima che l'assemblea iniziasse, un militante di oltre 60 anni e uno poco più che ventenne parlavano in barba a ogni scontro generazionale. "Toccherà fare opposizione al nostro stesso partito", diceva il giovane. "Se vince lui lì, voglio vedere chi ci viene qui", ribatteva il più vecchio. 'Lui lì' è Matteo Renzi, il candidato favorito a vincere il congresso per la segreteria del Pd. E 'qui' è il circolo Bolognina-Centro, prima periferia del capoluogo emiliano, dove, 24 anni fa (quasi esatti) ebbe inizio quella 'svolta' che con varie sigle e intersezioni portò dal Pci alla nascita del Partito Democratico.

Il luogo (simbolico perché fisicamente Achille Occhetto parlò in una sala a un centinaio di metri di distanza) della fine del comunismo in Italia ha deciso di non seguire "le strade nuove" che i democratici sembrano intenzionati a percorrere. A vincere la parte del congresso riservata agli iscritti è stato infatti Gianni Cuperlo, l'ultimo segretario della Fgci. Non certo con un plebiscito (35 voti), ma abbastanza per far capire quale sia l'aria che tira qui, e a Bologna in generale (in tutta la provincia il triestino è, a spoglio quasi ultimato, intorno al 52%). Anche perché a non sfondare è proprio Renzi, terzo con 18 voti, superato anche da Pippo Civati (23 voti, quattro quelli per Pittella).

Un voto in un certo senso in linea con la tradizione. Ma senza nessun accenno all'89. Ad animare la (civilissima) discussione tra gli iscritti, sono soprattutto "i 101 che hanno fatto fuori Romano Prodi dalla corsa al Colle"; e lo scandalo dei rimborsi che sta investendo il Consiglio regionale. Qualcuno a margine è infastidito dal meccanismo che finisce per far decidere il segretario, non ai militanti, ma a quelli "che si svegliano la mattina e dicono, vedi un pò, oggi vado a votare alle primarie".

Giuseppe Paruolo (consigliere regionale, qui a illustrare la mozione Renzi) in piedi davanti all'assemblea spiega l'apertura a 360 gradi del sindaco di Firenze e invoca il cambiamento, con toni miti, cercando una connessione con la platea (non giovanissima): "Dobbiamo cambiare anche noi, aprirci senza snaturarci, ma anche a me non piace l'uomo solo al comando".

Toni pacati che non impediscono qualche brusio quando si accenna alle leggi sul lavoro. Più facile il compito per l'ex presidente del quartiere, Claudio Mazzanti, qui per Cuperlo, che esordisce con un sonoro 'Compagni', che rimbalza sulle pareti dove sono appese foto di Nilde Iotti, Berlinguer e una targa che ricorda la svolta più un cartello dove è scritto che la sala si può prenotare per compleanni-assemblee. L'unico a sfiorare gli applausi a scena aperta (trattenuti rigorosamente per rispetto alla liturgia) è il civatiano Antonio Mumolo (consigliere regionale iscritto a questo circolo) proprio quando urla contro i "101 delinquenti che hanno pugnalato Prodi e il Pd".

Tra i banchi si prende appunti, si ascolta. Alla fine qui non sembrano esserci tessere gonfiate. Semmai c'è un allontanamento volontario. Al circolo sono iscritti in 272 e per il segretario hanno votato in 80. A chi vincerà, il compito di parlare anche a loro

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